RUGGERO LENCI

 

RUGGERO LENCI

Ruggero Lenci è un architetto italiano i cui interessi sfociano anche nel campo della pittura e della scultura; l’integrazione tra queste diverse discipline è tangibile in diversi suoi progetti di architettura in cui inserisce delle sculture che poi realizzerà in piccola scala. È inoltre autore di diverse monografie sempre inerenti al tema dell’architettura ed è direttore della collana editoriale “Scienze dell’abitare sostenibile”.

 

SCULTURA

Nella scultura che può essere realizzata per fusione, per modellazione, per taglio la cosa di principale importanza non è tanto la tecnica che si decide di utilizzare ma quello che si vuole esprimere, dare un messaggio o un pensiero soggettivo.

Il processo realizzativo delle opere di Lenci è prima una fase di modellazione, come si può ammirare nella sua prima creazione, ovvero una maschera di cartapesta creata all’età di soli dieci anni, poi decide di agire nel progetto con dei tagli, riprendendo un discorso che si lega alla materia dell’architettura.

Attraverso uno studio sul volume plasma prima la forma poi come se la matita fosse una lama divide le parti, il taglio inteso come se fosse una sezione, cercando di lavorare su due assi e far uscire tutte le parti interne del solido.

L’architetto spiega che le opere possono dal luogo a dei primordiali progetti architettonici, definiti Morfemi.

Potremmo affermare che le sculture di Lenci sono delle architetture iniziali, come se fossero delle intenzioni senza vincoli.

Bisognerebbe analizzare l’aspetto tipologico e frattale di queste opere e come ogni volume interagisce con lo spazio.

Dato la non funzionalità pratica delle sculture, come afferma anche l’artista, esse debbono essere intese come funzionali solo per lo spazio e quindi creazioni date da dei sfoghi, tutto questo nasce dalla volontà di creare un qualcosa che esca dal sistema dell’architettura ma che abbia una correlazione con essa.



QUARTIERE RESIDENZIALE ALLA CECCHIGNOLA

La costruzione di un nuovo quartiere richiede una nuova interpretazione dello spazio urbano e naturale in cui il progetto si andrà ad inserire. La “Cecchignola” è una zona di Roma che ha subito diversi cambiamenti nel corso del tempo: in un primo momento si configurava come un’appendice lontana dalla città, oggi è totalmente integrata nella città stessa e circondata da grandi quartieri residenziali.

La Cecchignola si rapporta con la grande scala della città attraverso un grande viale alberato, il viale dell’Esercito, che giunge fino a via Laurentina dalla quale si apre anche un secondo asse, via di Tor Pagnotta. I due assi viari che compongono la cittadella della Cecchignola sono affiancati da bassi volumi edilizi che non presentano una particolare organizzazione e piuttosto si riferiscono ancora alla passata vocazione rurale dell’agro.

Nei progetti più recenti dell’amministrazione le vecchie strutture militari della cittadella vengono sostituite da nuovi quartieri prevalentemente residenziali a cui si vanno ad aggiungere delle funzioni terziarie il tutto immerso in un contesto naturale di rilievo che filtra tra i bordi del quartiere stesso attraverso alberature o fossi. Grazie alla creazione di questi nuovi quartieri residenziali sarà importante riorganizzare la viabilità favorendo lo sviluppo di ciclovie e mettere in relazione i nuovi edifici con quelli meno recenti di via Kobler e via dei Bersaglieri e con l’edilizia già consolidata di via dei Genieri.

Nel progetto del nuovo quartiere si è cercato di creare delle relazioni con il contesto urbano fatto di elementi naturali come il verde e i fossi, così come gli elementi antropici come casali e strutture militari e infine prendendo a riferimento i tessuti urbani. Si cerca quindi di porre un limite alla disgregazione di un settore urbano e ambientale evitando anche il fenomeno della crescita urbana disorganizzata in favore di nuovi spazi urbani concatenati gli uni agli altri, adeguatamente gerarchizzati e connessi all’ambiente.

Il nuovo quartiere sarà organizzato in base a una successione di tra spazi pubblici di diversa ampiezza attorno ai quali si aprono aree verdi, servizi e attività di vario tipo. Lungo il perimetro dello spazio pubblico si articolano i volumi residenziali che mantengono l’allineamento dei prospetti verso la piazza centrale e che generano dei percorsi e altre aree verdi negli interstizi tra un’unità e l’altra.

L’andamento del lotto è prevalentemente pianeggiante ad eccezione di una collinetta di circa dieci metri che si sviluppa nella parte nord dell’area che verrebbe tagliata da un nuovo asse stradale che da una rotatoria su via Kobler condurrebbe ai parcheggi fuori terra e interrati.

L’acqua mantiene un aspetto fondamentale nel progetto sia per quanto riguarda la sostenibilità sia in riferimento alla sistemazione architettonica. L’aspetto sostenibile del progetto è nella captazione e nel riuso delle acque piovane e di scarico al fine di rendere del tutto autonome le sistemazioni esterne, mentre quello architettonico si materializza attraverso la creazione di un canale con pietre e lastre che solca con andamento sinuoso la piazza centrale. L’integrazione con la componente naturale sta anche nella volontà di inserire nuove essenze arboree compatibili con quelle autoctone.

La piazza si trova a quota 57,00 mentre la strada di accesso a quota 60,40, pertanto gli androni dei blocchi residenziali si sviluppano su due livelli al fine di collegare le due quote; nella parte prospiciente la piazza trovano posto porticati e servizi che nascondono i parcheggi interrati e le cantine che si rapportano con la strada retrostante. Sopra questi due livelli trovano posto i piani residenziali, i quali variano da due nella parte meridionale al fine di creare meno ombra possibile nella piazza fino ad arrivare ai sei, la combinazione delle diverse altezze permette di creare un notevole numero di alloggi (almeno 874) con diversi tagli di metrature (dai 60 fino ai 110 mq), gli alloggi posti a quota 60,40 disporrebbero anche di un patio privato; ogni alloggio è dotato di almeno un bagno finestrato e un ripostiglio. Per proteggere gli alloggi dalla radiazione solare si è creata una doppia pelle all’interno della quale sono state ricavate delle logge disponibili per ciascun alloggio.

Gli ultimi accorgimenti volti alla sostenibilità dell’intervento riguardano le soluzioni tecnologiche di isolamento attraverso materiali naturali e non tossici, l’uso di tunnel solari per illuminare le aree più interne dell’edificio, l’istallazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’uso di fonti di illuminazione a LED e  i già citati sistemi di raccolta e riuso delle acque a cui si aggiungono quelli di depurazione delle acque meteoriche e di scarico. La struttura del nuovo complesso sarà realizzata a telai spaziali in calcestruzzo armato opportunamente progettato per far fronte ad eventuali azioni sismiche.

 


 

Domanda: 

Studiando il suo sito abbiamo potuto notare come i suoi lavori non si limitino al "mondo" dell'architettura ma spaziano in altri campi. Nell'intraprendere un nuovo progetto cerca di creare sin dall'inizio una relazione tra più "mondi" oppure, se esiste una relazione, nasce soltanto in fase avanzata?

 

Studenti: Gianmarco Di Nucci, Nicolò Simonetti



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